Si tratta di un passo che ho trovato emozionante, estratto da "Fragili stagioni", romanzo (qui recensito) in cui Michael Bishop,  autore statunitense di genere fantastico, due volte insignito del  Premio Nebula, e  che ho avuto il piacere di intervistare personalmente,  descrive un immaginario finale alternativo al Dr. Frankestein  di M. Shelley. La creatura mostruosa riesce a sottrarsi alla morte  finale nei ghiacci artici e intraprende una rocambolesca fuga  dall'umanità che in realtà la porterà infine a ritrovare dentro di sé  quanto voleva fuggire.  
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