L’ultimo romanzo di Avoledo scorre in fretta. Questo è almeno quanto è accaduto a chi vi scrive. Nonostante. Nonostante il post-apocalittico non sia il mio genere preferito e nonostante la commistione, che pure non amo, fra fantascienza ed elementi (soft?) horror, con abbondanti manciate di misticismo cristiano e "neopagano". E nonostante passaggi che non esito a definire raccapriccianti. Per farla breve, quattrocentotrenta pagine di una narrativa posizionata decisamente al di fuori dell’ambito di mio gusto sono volate via nel giro di un paio di serate. Non saprei dare una spiegazione alla misteriosa dinamica che mi ha fatto tremare, sussultare e tifare come un forsennato per il destino di un prete nel dopo-bomba (e chi mi conosce sa cosa significa), se non attribuendone l'imperdonabile colpa all’eccellente capacità narrativa. Anche perché, nelle prime pagine, il mio pensiero è andato subito all'esecrabile Codice Genesi, dimenticabilissima pellicola che vedeva Denzel Washington nei panni di un predicatore in un mondo devastato dalla guerra nucleare. Con quel film questo romanzo non ha nulla a che spartire. Leggi tutto... CON SPOILER.
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