Declinare efficacemente in chiave umoristica una narrazione che rientra di diritto nella fantascienza dimostra almeno due cose: 1) che il genere non ha nulla da invidiare alla letteratura “mainstream”, tanto da poterne accogliere in pieno le varianti; 2) che l'autore di una simile operazione letteraria è una cellula totipotente, in perenne bilico fra direzioni di sviluppo opposte e imprevedibili, da cui potranno generarsi creazioni estremamente variegate. Questo è esattamente il caso de “Il manifesto dei cosmonisti” (trad. it. 2007, "Svålhålet", 2004, di Mikael Niemi, Svezia, classe 1957), classificato come romanzo, in realtà raccolta di racconti uniti da un filo conduttore intessuto da un io narrante che riferisce le sue esperienze di professionista viaggiatore del Cosmo. Leggi tutto...
Nessun commento:
Posta un commento